L'episodio dell'esodo biblico che mi ha sempre affascinato più di tutti è il miracolo del mare. Le acque che si dividono in due, il popolo che scappa mentre l'esercito Egiziano lo insegue con i carri... la colonna di fuoco... un gran bel fermento. Ma cos'è o per meglio dire cosa rappresenta l'esodo della Bibbia? E' una fuga? Una partenza? E' la speranza in una vita migliore, nella così detta Terra promessa? Il mare inghiotte l'esercito del Faraone oppure ingoia le nostre paure portandoci in una sponda piena di aspettative e risposte? La divisione del mare per permettere il passaggio, degli esodati, è reale? Oppure è una metafora dove possiamo paragonare il racconto biblico dell'esodo alla nostra vita? Da cosa scappiamo ogni giorno? Dove siamo diretti? Che scopo ha la nostra esistenza?
Nel dipinto ho inserito volutamente all'interno del miracolo del mare un lungo serpente. Perchè? Perchè il popolo scappava nel deserto per la paura e allo stesso modo anche noi ogni giorno corriamo nel nostro tram tram quotidiano cercando di spazzare via ogni timore, altrimenti il mare ci inghiottirà come un serpente ingoia la sua preda, e noi, noi non vedremo mai la nostra terra promessa.
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