Building the Big Apple,
un dipinto che richiama la famosa e celeberrima fotografia del 1932 con gli operai
che pranzano sulla trave sospesa sopra la città di New York. Nel dettaglio dell'opera:
in forma astratta la New York con tutti i suoi grattacieli; la trave sospesa arruginita; sopra la trave (al posto degli operai che pranzano) avrei messo gli omini di Keith Aring che danzano e ballano incuranti (proprio come gli operai che pranzavano li stesso) di essere sospesi a 250 metri dal livello del suolo. Un mix tra storiografia urbanistica (la replica della fotografia del 1932), tra storia dell'arte (riportando sulla tela gli iconici omini del genio artistico di k. Haring), e anticonformismo (sostituendo gli stanchi e sfruttati operai con gli allegri e colorati omini).
Come sopra, così sotto. Come dentro, così fuori. Come l'Universo, così l'Anima. Parole davvero semplici da pronunciare, ma metaforicamente altrettanto difficili da comprendere. Acqua sopra, acqua sotto, universo in mezzo... Tutti noi, la terra, l'universo...tutti siamo il risultato di un impasto divino, dove gli ingredienti sono stati mescolati in perfette ed alchemiche proporzioni. Possiamo vedere, toccare, assaporare il risultato di questo magica formula, ma rimaniamo sempre ignari della sua ricetta completa, del suo ingrediente segreto, quello che chiamiamo Verità. Il risultato di tutto ciò è che sino a quando non scopriremo la Verità, non vivremo mai una vita al 100% e non potremo mai assaporare del tutto la sua dolce, fragrante essenza. Nel quadro, abbiamo due grandi bande azzurre che simboleggiano la vita di sopra e la vita di sotto: esse sono intervallate da un'ampia banda di colore nero animata da un'esplosione di energia di colore bianco. Il bianco rappresenta la nostra forza vitale mentre il nero è il vuoto, la voragine a cui andiamo incontro ogni volta che ci poniamo domande sul nostro passato, sulle nostre radici...il nero alla fin dei conti è la verità di cui noi non comprendiamo il significato. Quando lo capiremo le due bande azzurre si uniranno ed il nero non esisterà più. Saremo consapevoli del tutto e le ombre, le paure ed i timori verranno in un istante spazzati via dalla luce. Exsodus, Esodo. Che cos'è o per meglio dire cosa rappresenta l'Esodo della Bibbia? E' una fuga? E' una partenza? E' la speranza in una vita migliore, la così detta Terra promessa? La divisione del mare per permettere questo passaggio, questo esodo, è reale? Oppure è una metafora? Il racconto dell'Esodo potremmo paragonarlo alla nostra vita? Da cosa scappiamo ogni giorno? Dove siamo diretti? Nel senso;...che scopo ha la nostra esistenza? Il passaggio ci porterà ad un'altra dimensione oppure il passaggio è il percorso che dobbiamo intraprendere durante la nostra tortuosa realtà terrena? Il mare inghiotte l'esercito del Faraone oppure ingoia le nostre paure portandoci in una sponda piena di aspettative e risposte? Secondo le cronache dell'antico testamento il popolo Ebraico non era affatto contento delle avversità incontrate durante l'Esodo... ma perchè noi lo siamo delle stesse che incontriamo tutti i giorni?....e perchè ho volutamente inserito all'interno del miracolo del mare un lungo serpente? Ve lo dico io il perchè. Perchè la vita è solamente una, e bisogna essere rapidi. Dobbiamo correre senza voltarci indietro, dobbiamo spazzare via la paura, altrimenti il mare ci inghiottirà come un serpente ingoia la sua preda, e noi, noi non arriveremo mai alla nostra terra promessa.
Fuggire dal nulla...che cos'è il nulla? Fin da quando ero bambino pensavo spesso al nulla. Pensavo: cosa ci sarà dopo la morte? E se non ci fosse più niente? Cioè, e se per l'infinità dei tempi, nei miliardi di anni a seguire io non esisterò più? Dov'è che andrò a finire? Dove finirà tutto il mio essere? Dove finirà tutto quello che ho creato in questa vita? Pensavo e ripensavo, e mentalmente cercavo di concepire questo nulla, questo vuoto. E quando realizzavo che poteva essere veramente reale che dopo la morte potesse esserci il nulla, era in quel momento che mi assaliva una paura incredibile. Il nulla che concepivo nella mia testa era caratterizzato da un vuoto, da un vuoto che sarebbe durato in eterno, da un silenzio così profondo da essere assordante. E' strano, però in quei momenti avevo paura proprio del niente ed ero disorientato da un silinzio che pareva assurdamente assordante. Ma com'è possibile, com'è spiegabile aver paura del niente? Oggi, ogni tanto provo a ricreare quei momenti, ma nonostante la concentrazione, non riesco più ad arrivare a quello stato mentale colmo di paura. Non sò il perchè ma non ce la faccio più. Avrò forse superato le mie primordiali paure? Mah; sinceramente non saprei rispondere a questo interrogativo...
Nel quadro, un giallo ocra calmante fa da sfondo ad una figura che irrompe dal nulla; una figura che pare non aver paura, anzi pare che domini il cosidetto nulla. Si intravede una corona di spine ed un profilo che richiama il volto di Gesù. Non so perchè abbia inserito il volto del Salvatore però alla fin dei conti, il tutto sembra avere un senso: lui non aveva paura della morte, lui non fuggiva...ma noi sì; noi siamo piccole creature terrene che hanno paura e fuggono da un qualcosa che alla fine invece, paradossalmente, non sarà una fine, bensì un inizio! La morte è un'esperienza che l'essere umano deve compiere per poter salire al livello superiore. Ma sino a quando questo non accadrà, egli fuggirà da essa, perchè la vita...è la vita, e a nessuno piace veder la fine di questo meraviglioso gioco. The Matrix:
La parola Matrix deriva proprio dal termine latino matrix (generatrice/matrice), che a sua volta ha dato origine al vocabolo inglese matrix, ovvero "matrice di numeri", un elemento di tipo tabellare utilizzato in informatica per associare sistemi di dati, tra loro. Il quadro in questione, viene associato al film capolavoro intitolato Matrix, dove il tema focale e centrale è la matrice, che rappresenta una sorta di realtà simulata creata dalle macchine, realtà che viene fatta concepire all'intera umanità come: "vita". Ed ecco a voi una frase simbolo del film, e frase fonte di ispirazione per il dipinto The Matrix: «Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.»
Lo sò, per chi non avesse visto il film è difficile da comprendere tutto ciò...in poche parole la questione è questa: la vita che tutti noi assaporiamo quotidianamente è una realtà simulata da un computer centrale. Tutti noi siamo degli alter ego digitali, connessi al sistema grazie al nostro io, attraverso un casco di neurosimulazione virtuale. La vita qui sulla terra è una sorta di videogioco dove i protagonisti siamo noi...ma siamo solo virtuali e la vita è uno specchio. Il "noi" vero, è in un altra realtà dove noi siamo intrappolati, paralizzati dentro al neurosimulatore...alla fine dei conti quando noi nella nostra vita parliamo alla nostra coscienza...stiamo realmente parlando con noi stessi. Alla fine dei conti noi siamo Dio. Alla fine dei conti noi siamo...in The Matrix. Il quadro si legge da sinistra verso destra. Un liquido di conservazione color verde ci tiene in vita come il grembo di una madre. Il punto giallo al centro del quadro è l'ingresso alla Matrix e tutto quello che viene dopo è un tripudio di colori, di emozioni, di vita. La neurosimulazione è in progress e non possiamo tornare indietro, possiamo solo godere della nuova vita in cui siamo stati catapultati. Come faremo a tornare indietro?, a tornare noi stessi?, a risvegliarci?...Questo è il mistero di questa vita. Probabilmente sarà la nostra morte a risvegliarci ed a farci capire davvero chi siamo. Quindi giochiamo e portiamo a termine la missione!
Ti stavo cercando:
Vi siete mai posti qualche domanda su voi stessi? Chi siete? Da dove venite? Cosa e quale sia il vostro scopo su questo pianeta?... Io personalmente, queste domande me le pongo spesso; sono costantemente alla ricerca della verità. Nel quadro questo insieme di domande sono rappresentate da un gruppo concentrico di spatolate di colore che convergono tutte su di uno stesso punto. Un centro, una voragine nera dove esse sprofondano in un abisso di risposte che non riescono a raggiungerci. Sembra che il nero rappresenti un intero universo, un grande occhio dove possiamo rispecchiarci senza però avere un'immagine di riflesso: un buco nero dove sprofondano tutte le nostre certezze e domande. Per trovare la verità che sto cercando dovrei tuffarmi dentro, ma personalmente non ne ho il coraggio. La verità potrebbe far male, o potrebbe non farmi tornare indietro. MA se invece fosse il contrario? Se la verità fosse incredibilmente migliore del presente? Bene!, tuffatevi dentro al quadro allora, e che l'avventura abbia inizio! Il confine della conoscenza:
dicono e predicono che la perfezione dell’uomo consiste nella conoscenza del vero (G.Leopardi).
Una bellissima frase del Leopardi...mi chiedo però: ed il vero esattamente che cos'è? Nessuno lo sa! Tutti noi vagabondiamo su questo pianeta alla ricerca del vero che fino ad adesso nessuno ha ancora trovato. E cosa facciamo allora, come ci comportiamo per compensare questa mancanza? Semplice, ci mettiamo a sognare, fantastichiamo. Anche perchè, più ci addentriamo alla ricerca del vero e più la strada si fa tortuosa e complicata lasciandoci alla fine in un mare di interrogativi ancor più grande di quando avessimo iniziato la ricerca. E quindi cosa c'è di più bello, di più affascinante, di più emblematico, di più ispirativo per sognare?...il meraviglioso ed infinito Universo! Ci mettiamo alla finestra, guardiamo il cosmo con le sue stelle, ci poniamo interrogativi a cui non sappiamo dare una risposta, ci confrontiamo con la nostra coscienza e conoscenza, ci rispecchiamo in quel buio vuoto che stiamo osservando e ci perdiamo in mezzo alle stelle in un fiume di pensieri e speranze. Nel quadro, uno sfondo nero opaco rappresenta la vastità del cosmo, con al centro uno squarcio aperto da un lampo color giallo. Al centro del portale si affaccia un ulteriore universo, pieno di stelle, dove regna una pace che pare irreale. Un universo dove i pensieri non contano più, un universo dove non occorre più farsi domande: la pace dei sensi si è materializzata davanti a noi, senza che ce ne accorgessimo...così come la vita ci è stata donata all'improvviso, altrettanto all'improvviso ci è stata donata la morte...e tutto finalmente si completa dando finalmente un senso a tutti i nostri interrogativi.
La vita è un sogno. Sogno: attività psichica che si svolge durante il sonno. Ma il sognare può essere anche: speranza o desiderio vano e inconsistente... non si può vivere solo di sogni. Il quadro "La vita è un sogno", quindi come può essere interpretato? E' possibile che noi siamo gli inconsapevoli attori di un sogno? O siamo i suoi autori? In tutti i casi quindi la vita possiamo gestirla a modo nostro alla pari di un sogno fatto e rifatto più volte? Nel dipinto, frammenti, tasselli di coscienza, impazzano tra loro come i pezzi di un puzzle cubico che non trovano un'adeguata connessione con nessun altro pezzo, avendo ognuno tutti i lati lisci, senza alcuna possibilità di aggancio. Provengono dalla coscienza, rappresentata da una macchia nera, e si diffondono dentro al sogno, dentro la vita, rappresentata da una formazione di color azzurro immersa in in etereo bianco. La coscienza genera il sogno...connessioni vitali di colore rosso, spugne animiche ma pur sempre vitali di colore blu sembrano disconnesse tra loro ed i tasselli di conoscenza prendono ognuno una propria strada. Ogni particolare sul dipinto prende una distinta direzione e non si interconnette con nessun altro elemento. E' l'inizio di un sogno, è l'inizio di una nuova vita: tutto pare confuso, ma da questa confusione, grazie all'esperienza, si svilupperà una nuova ed ordinata vita. Toccherà a noi in seguito, capire se questa nuova vita è il frutto dell'esperienza accumulata oppure se è semplicemente un dolce, piacevole sogno. In ogni caso comunque, noi possiamo svegliarci e prendere nelle nostre mani le redini della vita, o del sogno. Basta semplicemente prenderne consapevolezza: Cogito ergo sum: penso quindi sono! Ed a quel punto capiremo che tutto può essere...
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