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Il percorso artistico del pittore GOA

Elisabetta Valtan intervista GOA per il Sarrabus news
L’arte vista dal pittore Fabrizio Sanna “Goa”

Villasimius, terra di bellezze storiche e naturalistiche, ma anche di “produttori” di bellezza. È il caso di Fabrizio Sanna in arte Goa, artista cagliaritano trasferitosi una quindicina d’anni fa in quel di Villasimius, dove si è creato una splendida famiglia composta da Valentina e i loro tre bellissimi bambini. Goa è completamente autodidatta e dipinge quadri astratti in stile action painting. Ha esposto le sue opere in importanti gallerie e ha partecipato a numerose esposizioni a livello internazionale.


Goa, qual è stato il suo approccio con l’arte?


Il mio primo approccio con l’arte è avvenuto quando ero molto piccolo. Ho sempre avuto una fantasia ed un estro particolare e la mia prima vera arte è stata quella di trasformare vecchi ed inutilizzati oggetti in piccole sculture. Questa è una forma d’arte, l’arte di riuscire a modificare e donare nuova vita a oggetti ormai inutilizzati, è un’arte che ti apre ed espande i confini del cervello… confini che ho personalmente superato per entrare nel mondo dell’arte: all’età di 17 anni, maldestro e carico di sventatezza usai il fascino dell’arte per conquistare la mia attuale moglie. Pavoneggiandomi e spacciando spudoratamente per fede ciò che stavo per riferirle, le promisi che un giorno sarei diventato un pittore famoso, un pittore internazionale. Feci questa promessa pur non avendo mai preso in mano un pennello, pur senza aver mai fatto una scuola d’arte. Che dice, fui abbastanza artistico ai tempi?

Ma cos’è l’artista alla fine dei conti? L’artista vero è quel soggetto che riesce semplicemente a trasformare la sua fantasia in pura realtà. L’artista vero è colui che passando magari davanti ad un mucchio di spazzatura, riesce a vedere oltre, ad andare oltre i confini: una bicicletta vecchia può artisticamente trasformarsi magari in una lampada art-decò, e questo l’artista lo percepisce all’istante. Il cervello va in loop da solo e restituisce la soluzione già pronta. Questa si chiama “ispirazione”, un impulso privilegiato ed irrazionale non riconducibile alla volontà diretta dell’interessato. E’ questo quello che succede: l’artista vede in quel preciso momento l’opera finita…riuscendo a cogliere il fatidico “attimo”. Questa è l’arte.


Può illustrarci il suo percorso artistico?

Certamente, ma non vi annoierò però con una lista di tutte le mie esposizioni e curriculum vari. Vorrei invece agganciarmi a quanto detto sopra per concludere il discorso fatto in precedenza per spiegare al meglio il mio percorso artistico. Quello che al tempo purtroppo non avevo ancora appreso, è che per mantenere quella promessa avrei dovuto galoppare…..avrei dovuto bypassare i circuiti della mia fantasia per decriptarli e reinventarli oltre ogni immaginazione. Ai giorni nostri fare il pittore di professione è assai difficile: la gente non si accontenta vuole sempre cose ed idee nuove. Non è assolutamente facile. Come se non bastasse poi ho scelto una direzione artistica davvero ardua, l’astratto, dove devi riuscire a trasmettere all’osservatore un concetto, un’idea, un’emozione, semplicemente senza disegnare niente sulla tela. Mi spiego meglio: devo far entrare nell’animo delle persone un dipinto che “parla” ad esempio d’amore, ma non posso assolutamente disegnare sulla tela un cuore, o il viso di una persona. Bisogna entrare nei sentimenti delle persone semplicemente disegnando linee, tratti, giocando sulle emozioni che rilasciano i colori, ed è davvero assai difficile. Aggiungo a tutto ciò la tecnica pittorica che ho scelto, l’action painting, una tecnica dove è quasi tabù toccare la tela col pennello, ed una tecnica dove se sbagli un lancio il dipinto si sbilancia e perde tutto il suo senso, ed è tutto da rifare da capo. Ma c’è una cosa importantissima che avevo capito fin da subito. Avevo capito che per trasmettere tutto ciò all’osservatore non avrei dovuto dipingere io. Altrimenti sarebbe stato un figurativo. Avevo capito che per fare astratto, quello vero, sarei dovuto andare oltre i confini e avrei dovuto far dipingere il mio “io” più profondo. Solo così, solo spostando sul piano del trascendentale l’arte, sarei riuscito ad entrare nei sentimenti delle persone.

E qui entra in gioco il mio nome d’arte, Goa. Quando eseguo ogni mio dipinto ascolto una particolare musica la Goa trance, una sorta di techno elettronica molto cadenzata e ripetitiva con bassi profondi che portano in stato di “trance” l’ascoltatore. E’ un tipo di trance assolutamente innocua, dove semplicemente una persona si estranea al 100 per cento da tutto ciò che la circonda e l’ ”io” prevale prendendo le redini; nel mio caso i pennelli. Quando riprendo coscienza il quadro è quasi al termine: riesco a percepire quello che il mio io voleva trasmettere, mi viene in mente il titolo da assegnare al quadro e completo gli ultimi tratti dell’opera bilanciandola e perfezionandola. Questa è pura magia, questa è la magia dell’astrazione più estrema, l’arte dell’action painting. Per fortuna gli spettatori di questo “spettacolo” di magia al giorno d’oggi sono davvero numerosi. Tantissime persone mi prenotano uno o più dipinti, semplicemente osservandoli dalla freddezza di un monitor e da una sconfinata distanza telematica. Tante persone mi scrivono quasi tutte le settimane; persone che si emozionano davanti ai miei quadri, persone che decidono di realizzare una tesi di laurea basata sul mio operato. Questa è pura impalpabile ma tremendamente reale magia.


Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Domanda facilissima, sarò breve: non amo pensare troppo al futuro; è già difficile affrontare il presente. Riporto una massima suggeritami dal maestro Vittorio Sgarbi, che ho avuto l’onore di conoscere la prima volta ad una mia esibizione alla Biennale di Verona nel 2014: non concentrarti sul risultato finale dell’opera, ma focalizza al massimo il presente in cui l’elabori…cogli l’attimo, mi disse. E così feci: affrontare al massimo il presente per crearmi un futuro speciale… è questo che spero. Questo è il mio progetto. 

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