Di seguito la conversazione avvenuta col cliente commissionante dell'opera.
Buongiorno mi piacerebbe avere un suo dipinto avente come tema: The Island.
Risposta:
L'isola nel linguaggio dei sogni è un simbolo primario che riflette il desiderio
di un luogo intoccabile, in cui l'essere umano possa recuperare il senso della propria
esistenza. L'isola è un simbolo di felicità ed al tempo stesso un posto sicuro dove
"isolarsi" per trovar tregua alle proprie difficoltà e paure.
La vostra richiesta di commissione ha come tema principale l'astrazione
nella sua forma più assoluta. Per questo motivo, nell'esecuzione del dipinto, mi sono tuffato sul
filone trascendentale, sull'ignoto, su quel qualcosa che tutti noi
percepiamo come vero, concreto, ma che alla fine dei conti non lo è affatto.
"Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare
i miracoli della cosa una" (Ermete Trimegisto 3.000 A.C.).
Cosa voleva comunicarci il filosofo Trimegisto con questa frase? Le interpretazioni aimè sono infinite,
ma il succo di fondo è che il nostro mondo, da sempre, è retto in piedi dalla dualità: il bene ed male,
il giorno e la notte, il caldo ed il freddo, l'odio e l'amore e così via. Questa dualità fa sì
che il mondo vada avanti in un perpetuo, equilibrato ed infinito disegno divino. Ci dovremmo allora chiedere:
e noi chi siamo? Cosa rappresenta il pianeta Terra in questo disegno?
Nel dipinto il pianeta Terra è raffigurato al pari
di un'isola che galleggia in uno sfondo neutro simboleggiante un sogno o uno stato alterato della
coscienza. Nubi tempestose alimentano un temporale, mentre in alto il cielo scorre limpido
e sereno. In questo ecosistema chiuso, abbiamo una dualità: il bello ed il brutto tempo racchiusi dentro ad
una bolla sospesa nell'infinito universo. Per noi tutto
questo è normale, fa parte della nostra quotidianità. Ma di normale in fin dei conti
non c'è proprio niente... Non è normale una rigogliosa Terra racchiusa dentro un
ecosistema; non è normale che essa splenda di vita propria donando di continuo la
vita; non è normale che essa galleggi perpetuamente dentro ad un infinito universo.
Se tutto questo non è "normale" qual'è allora il miracolo che citava Ermete? E'
semplice: l'isola alla fine non esiste, non c'è...siamo noi a crearla con la nostra
mente! Il miracolo non è il tutto. Il miracolo
siamo noi, che grazie alla nostra coscienza riusciamo a plasmare e rendere concreto
questo tutto e questo niente.
Come sopra, così sotto. L'isola che non c'è |