Adotto da sempre un preciso iter per le commissioni che realizzo, ma in questo dipinto tutti i consueti schemi e percorsi ispirativi sono stati completamente infranti sul nascere grazie al fato. In genere quando l'ispirazione arriva, mi colpisce emotivamente; dopodiché rifletto bene sul da farsi e poi mi metto in azione con tela e colori. Questa volta l'ispirazione, non solo si è materializzata come un'onda travolgente che arriva all'improvviso, ma è rimasta attiva e persistente durante tutte le fasi della realizzazione del quadro, portando il nascere dello stesso strato su strato, lancio su lancio, in un continum costante di naturalezza ed armonia. Questa volta l'ispirazione non mi ha mai abbandonato, ed è sempre stata con me dal principio alla fine. Questa volta l'ispirazione si è materializzata come un big bang, sprigionando fin dal suo nascere energia a 360 gradi.
Nonostante questo impeto iniziale comunque, il quadro è nato gradatamente come gradatamente si leva il sole la mattina all'alba... è nato gradatamente come la primavera, che non arriva all'improvviso, bensì con un continuo crescendo che culmina col risveglio del pianeta. È nato inoltre spontaneo in quanto non ho avuto il tempo utile per poter interloquire al meglio con i clienti commissionanti. È nato spontaneo in quanto sono stato assalito all'improvviso da un'ispirazione travolgente che non mi ha dato nemmeno il tempo di riflettere...quella mattina infatti stavo portando a termine un altro dipinto sempre su commissione, un dipinto che quel giorno, nonostante diversi tentativi, non stava volgendo al termine.
Ma all'improvviso il big bang si plasma dentro al mio studio...mi dimentico all'istante di quel quadro che ormai non aveva più senso di esistere in quella giornata, prendo d'impeto un rotolo di tela, lo srotolo nel pavimento e lo inchiodo a terra per dipingerci sopra senza nessun indugio o titubanza... Il mio "io" dirige fin da subito l'orchestra all'unisono in un crescendo di emozioni e soddisfazioni. La tela è davvero grande. Sul pavimento sono ancora presenti le 4 tele con lo smalto fresco scartate dell'elaborazione del dipinto precedente. L'odore della vernice che nonostante sia ecologica ha sempre qualche percentuale di chimico, inizia a darmi la nausea ma non ho il tempo utile di prenderle e spostarle... l'ispirazione potrebbe in quel preciso istante abbandonarmi (un episodio simile mi era già successo tempo fa).
Continuo quindi ad oltranza ma faccio davvero fatica per donare un aspetto simmetrico ed armonioso in tutti i fronti del quadro in quanto la tela non è come di consueto al centro dello studio. Per dipingere la parte superiore devo passare in bilico in un "tunnel" di 15 centimetri che si è formato tra il bordo della tela e la parete. Lavoro in uno spazio ristretto, gattono in un equilibrio instabile tra tele, barattoli di vernice, spatole e pennelli sparsi su tutto il pavimento... mi guardo intorno e vedo un disordine davvero imbarazzante che mentalmente mi disturba e disorienta, ma poi mi giro verso la tela stesa sul pavimento e vedo armonia pura e questo mi incoraggia parecchio dandomi la forza di continuare.
Giro intorno al quadro alla pari di uno sciamano che danza attorno al fuoco in cerca della chiave trascendentale che lo porterà a comunicare con la propria coscienza. Sembro una iena che gira e rigira intorno alla sua preda inerme... ho fame, ho sete, non ho una percezione precisa del tempo che sta scorrendo imperterrito. Mi inginocchio sopra la tela per arrivare ai punti più lontani; ho paura di sporcarla con le scarpe e lavoro quindi per la maggiore sdraiato a pancia in giù allungando le braccia. Sono otto ore che sto dipingendo ormai; le forze mi stanno abbandonando, ma continuo inflessibile per un solo motivo: perché sono semplicemente... felice! Felice e soddisfatto nonostante l'altra opera ormai accantonata sia stata una completa defaiance!
Mi cambio per l'ennesima volta i guanti in lattice che si erano ormai lacerati; ho le mani zuppe di vernice e ne approfitto per avere un contatto diretto con la tela: l'accarezzo con la scusa di praticare delle sfumature di colore qua e là e per consumare lo smalto ancora presente sulle dita... Sento che il termine sta arrivando. La parte più difficile è proprio questa: è il saper fermarsi al punto esatto che determina l'esito positivo di un dipinto. Se si andasse avanti, l'opera risulterebbe troppo piena, si pasticcerebbe, sarebbe la fine... Prendo quindi il barattolo di smalto nero che è sempre stato sin dal principio il colore che adotto per chiudere ogni opera che realizzo: con una forza incontrollata (forse l'ultimo residuo di energia che mi rimaneva) eseguo 6 precisi ed energici lanci che donano al quadro un tratto distintivo ed unico.
Alla fine, stanco e stremato firmo l'opera che ritengo ad ora, uno dei miei lavori più significativi. È stata senza ombra di dubbio un'esperienza unica ed irripetibile. Lui è "Campo di grano" e questo è il suo racconto: Cosa c'è di più bello al mondo della primavera? I suoi colori, il profumo della natura che si diffonde nei campi multicolore, le farfalle che si librano tra i fiori... Campo di grano è un dipinto che richiama questo risveglio che da milioni di anni riecheggia sul nostro pianeta.
In primo piano abbiamo i fusti e le spighe di grano realizzate con lanci di vernice color nero. Queste ondeggiano sopra la tela come fossero le note di uno spartito musicale che danzano all'unisono, sospinte dal vento, sopra ad una melodia perfetta: la natura! Natura che abbonda rigogliosa su tutto lo sfondo del quadro con in alto un cielo color bianco che simboleggia candore e purezza.
Oggigiorno tutti noi viviamo come prigionieri in un involucro di falsa personalità, in un limbo irreale fatto di tecnologia e grigiore. Ci siamo completamente dimenticati di quanto fosse bello tuffarsi a schiena in giù nel mezzo di un campo fiorito per osservare il cielo azzurro perdendoci, una volta sdraiati, in quel meraviglioso incantesimo. Meccaniche celesti, mantra della natura, segnali di vita purtroppo ormai andati persi...
Avverto nell'aria l'ora del risveglio che ci ha tenuti incatenati tutto questo tempo. Dipende solo da noi riprenderci ciò che ci era stato donato e che pian piano abbiamo rifiutato. Occorre semplicemente ri-svegliarci, e la natura... la natura sarà sempre lì, pronta a riaccoglierci!
|